Quanto costa l’assicurazione auto in Italia?
La spesa per l’assicurazione della macchina rappresenta una delle voci più rilevanti di cui tenere conto nel bilancio familiare, tenuto anche conto che ormai quasi ogni famiglia possiede almeno due vetture.
Quanto sarà dunque la cifra da mettere in preventivo per il nuovo anno? Svariate centinaia di euro, perché la R.c. Auto in Italia resta una se non la più cara d’Europa.
Il prezzo medio si attesta sui 410 euro l’anno
Come risulta dal periodico bollettino statistico Iper sull’andamento dei prezzi effettivi per la garanzia r.c. auto relativi al terzo trimestre 2019, pubblicato dall’Ivass, l’Istituto di Vigilanza, il 30 dicembre 2019, risulta che il premio medio si attesta sui 410 euro annui: sempre tanti, per quanto la cifra sia un po’ diminuita (del -2,2%) rispetto allo stesso periodo del 2018 e il 50% degli assicurati paghi meno di 366 euro.
Assicurare la macchina costa più del doppio a Napoli rispetto ad Aosta
Permangono, inoltre, profonde differenze territoriali, con particolare riferimento al confronto Nord-Sud, anche se questo differenziale del premio imponibile (al netto delle imposte) si sta un po’ riducendo: quello tra Napoli e Aosta, le province storicamente più e meno costosa, si attesta sui 238 euro. Nel terzo trimestre del 2019 il premio pagato a Napoli (620 euro) è più del doppio di quello pagato ad Aosta (301 euro).
A livello provinciale, Napoli e Prato sono le uniche province con premio maggiore a 600 euro. Quattro province (Caserta, Pistoia, Massa-Carrara e Firenze) sono caratterizzate da un livello di prezzi superiore a 500 euro. È interessante osservare come, tra le prime sei province con i premi più elevati, tre siano ubicate in Toscana (Prato con 603 euro; Massa-Carrara con 511 e Firenze con 504 euro).
La maggior parte dei contratti sono “scontati”
Altro aspetto interessante, nell’89,8% dei contratti il prezzo effettivamente pagato è inferiore al premio di tariffa, ovvero è il risultato dell’applicazione di uno sconto, viceversa i soldi da pagare sarebbero ben di più.
Lo sconto medio (168 euro) ha un peso del 34% sulla tariffa, il cui valore medio sarebbe pari al prezzo pagato più lo sconto, ossia 491 euro, e anche qui è eterogeneo tra le province: quella in cui la percentuale di contratti scontati è più elevata è Caserta (95,5%), quella in cui è più bassa è Bolzano (74,8%).
Tendenzialmente, la percentuale di sconto sul premio di tariffa è maggiore tra le province caratterizzate da premi più elevati: ad esempio nelle province di Caserta (40,9%), Napoli (39,5%) e Taranto (37,2%). Questa correlazione indica che gli assicuratori utilizzano lo strumento di flessibilità tariffaria in misura maggiore nelle province dove è più elevato il premio medio.
La diffusione della scatola nera
Dopo un rallentamento nel periodo che va dal terzo trimestre del 2017 al terzo trimestre del 2018, il tasso di penetrazione della scatola nera è aumentato, segnando una variazione percentuale su base annua pari al +1,9.
Tendenzialmente, le province del Centro-Nord registrano incrementi percentuali del tasso di penetrazione della scatola nera più elevati (Prato +4,6; Lodi e Piacenza +3,9; Oristano +3,8); in altre parole, l’aumento della scatola nera è più accentuato nelle province dove il tasso di penetrazione era inizialmente più basso. Siracusa, Brindisi e Caltanissetta esibiscono riduzioni del tasso di penetrazione della black box rispettivamente pari a -1,5, -1,2 e -1,1%.
La quasi totalità delle imprese (27 su 36) offre contratti con scatola nera, la cui incidenza sul portafoglio complessivo è compresa tra lo 0,4 e il 96%: per più di 6 imprese un contratto su tre contiene una clausola con effetti di riduzione del premio legata alla presenza della scatola nera.
Infine, lo sconto applicato ai contratti telematici è pari al 39,4% della tariffa, mentre i contratti privi di tali clausole esibiscono uno sconto medio pari al 28,7 per cento della tariffa.
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